mercoledì 25 aprile 2012

Musica in streaming su Ubuntu One

Uno dei tanti strumenti che la rete mette a disposizione è l'archiviazione di files online, in una cloud privata, accessibile dall'utente dal suo pc, dal computer a lavoro, dallo smartphone e così via. I servizi cloud sono molti, tuttavia vi parlerò di Ubuntu One, quello offerto da Canonical .

Cos'è Ubuntu One?

Ubuntu One è una cloud personale lanciata nel maggio 2009 per sostenere economicamente il progetto Ubuntu. Iscrivendoti puoi avere accesso a tutti i tuoi contenuti ovunque tu sia, potendo archiviare, sincronizzare, condividere e scaricare in streaming i files.
Ubuntu One è facile da installare e da usare, offre gratuitamente i suoi servizi con la sola limitazione a 5GB di memoria, oppure pagando un piccolo importo mensile o una rata annuale è possibile archiviare fino a 20GB di files e accedere allo streaming di musica.
A dispetto del nome, che lo fa sembrare ad uso esclusivo di utenti Linux, è disponibile anche per Windows.

Ascoltare la propria musica in streaming

Ubuntu One ha un aspetto che interessa in modo particolare il mondo della musica: lo streaming. Per una persona che usa abitualmente più dispositivi è comodo poter organizzare un archivio sempre raggiungibile e poter sincronizzare i dati su ogni dispositivo. Tuttavia nel caso della musica, che pur essendo compressa in mp3 occupa molto spazio, non è gradevole dover riempire la memoria del telefono inutilmente. Questo servizio è dedicato a chi ha una raccolta musicale ampia ma vuole portarla sempre con se.

Lo streaming è disponibile per iPhone, iPad e Android, oltre che per i pc, a meno di scaricare la Music app.
Con un piccolo contributo di 3,99$ al mese o 39,99$ all'anno è possibile ascoltare ogni canzone del proprio archivio uploadato sul cloud in streaming.
Anche quando non è disponibile la connessione internet le nostre canzoni sono sempre con noi, grazie all'archivio locale che permette di salvare alcune canzoni per ascoltarle offline, magari durante un volo aereo.

Inoltre possiamo usare questo servizio assieme a Ubuntu One Music Store: ogni canzone acquistata verrà immediatamente caricata sul cloud e sarà disponibile localmente. Questo store è disponibile per tutti gli utenti Ubuntu, aprendo i player musicali Banshee or Rhythmbox. Le canzoni scaricabili sono, a differenza di quanto accade per esempio su iTunes store, libere da sistemi DRM, quei metodi che ne limitano il numero di copie effettuabili.
Ecco una recensione dettagliata a riguardo: link.

Fonti: documentazione di Ubuntu One

domenica 22 aprile 2012

Duro colpo di Anonymous contro l'industria discografica


Sembrerebbe che la chiusura di megaupload e megavideo a gennaio non è stata condivisa dal noto gruppo "Anonymous", il quale non si è risparmiato un attacco a diversi siti ,tra cui quello del Dipartimento di Giustizia Americano, dell'FBI e della Recording Industry Association of America. Ma l'attacco non bastava, era necessario che siti come megavideo avessero il diritto di esistere. Così pochi giorni fa, un gruppo di hackivisti di Anonymous ha creato il sito anontune.com .






Sviluppato in tempi brevi, il sito si propone di raccogliere tutta la musica del web e di renderla accessibile in streaming a chiunque. E in più si è cercato di impostarlo nel pieno rispetto della legge e di mantenere l'anonimato dell'utente in modo tale che, nel caso di ingiustificate ripercussioni da parte delle case discografiche, non vi sia la possibilità di accusare nessuno.

L'idea di base è quella di un sito che contiene tutta la musica del web così da migliorare il modo di ascoltarla, ma l'obbiettivo primario è quello di eliminare completamente il business dei contenuti digitali.

L'utilizzo del sito è molto semplice: basta registrarsi con un username ed una password, senza dare alcun dato personale, per creare il proprio account e si può ascoltare in streaming qualsiasi canzone, che verrà cercata sul Web attraverso un motore di ricerca integrato nel sito. Si può anche importare le proprie canzoni dall'iPod sul sito attraverso un'apposito software per poterla condividere con gli amici.



Non sembra male. Vi consiglio di provarlo                                                    Anontune

mercoledì 18 aprile 2012

Ecco come ascoltare buona musica GRATIS, PER guadagnare qualcosa

Cosa puoi riuscire a fare

Il sito Music X-Ray mette a disposizione di artisti emergenti una platea che valuterà le loro creazioni, ma cosa possiamo fare noi utenti? Ci spetta il compito di ascoltare le loro canzoni (che ci vengono inviate via mail) e stilare un giudizio (in inglese). In questo modo abbiamo l'opportunità di:
  • ascoltare nuove canzoni gratuitamente
  • fare pratica con la lingua inglese (indietro con il corso per il certificato IELTS? inizia subito!)
  • guadagnare qualche spicciolo
Il numero di canzoni di cui ci verrà chiesto un giudizio varia da 1 fino anche 4 o più al giorno.

Ecco alcuni dettagli della parte forse più interessante, gli aspetti economici: per ogni canzone recensita si parte da una retribuzione minima di 0,05$ fino a un max di 0,47$. Più in particolare esistono diversi livelli di retribuzione, che è possibile scalare scrivendo giudizi coscienziosi e senza farsi aspettare troppo.

Il pagamento avverrà una volta raggiunta la quota di 20$ attraverso PayPal.

Come iscriversi

Per iscriversi basta seguire le semplici istruzioni che appaiono sulla pagina principale del sito, dopo aver creato un nuovo account sarà necessario compilare un breve questionario, necessario a determinare che tipo di ascoltatore siete. Segue la richiesta di upload di alcune vostre canzoni, necessarie ad individuare i vostri gusti.

Consiglio di iscriversi utilizzando l'account di Facebook, unendo questo servizio a Music X-Ray si potrà avere un incremento del guadagno. In più ogni vostro amico che si iscriverà vi farà guadagnare un bonus.

In aggiunta è possibile trovare un affiliate link da piazzare sul vostro blog o quanto altro, per far iscrivere altri. Chi lo farà seguendo il vostro vi frutterà un guadagno aggiuntivo.

Ecco qui come si presenterà la nostra pagina alla fine della registrazione..

Correte a iscrivervi..! Music X-Ray

lunedì 16 aprile 2012

Mille modi per condividere files.. e musica - Oggi

Se vuoi leggere l'articolo precedente, riguardo ai metodi di file sharing di ieri, vai a Mille modi per condividere files.. e musica - Begins.

Oggi, in seguito all'evoluzione dei protocolli di file sharing, si è arrivati ad uno standard efficente e molto utilizzato:

Bit Torrent

Il protocollo Bit Torrent è stato una rivoluzione perché sfrutta le potenzialità della banda larga, cercando di sincronizzare il lavoro di upload di molti utenti in modo da creare un "torrente" di dati, indirizzato a tutti i client che lo richiedono.
A differenza di quanto accade in altri protocolli, lo scambio non avviene più in rapporto 1:1, tra un client che richiede il file ed un'altro che gli viene assegnato per servirlo, ma una moltitudine di client uploadano lo stesso contenuto simultaneamente per soddisfare tante domande assieme: la velocità di scambio è moltiplicata.








Vediamo le sue caratteristiche:
  • Per prima cosa ogni file viene diviso in pacchetti, etichettati uno ad uno con un algoritmo di hashing. Per iniziare un download bisogna reperire un file caratterizzato dall'estensione .torrent, di ridotte dimensioni, che svolge la funzione di indice di tutti i pacchetti in cui è stato suddiviso l'originale, e include le chiavi hash che garantiscono l'integrità dei vari pezzi. Per reperire i files .torrent bisogna appoggiarsi alla rete web, usando motori di ricerca dedicati: uno dei più usati è Torrentz, che opera una ricerca incrociata su tutti i maggiori altri.
  • Lo scambio tra client è sincronizzato e ottimizzato da server centrali, i tracker.
  • Questo è l'unico metodo veramente adatto a condividere files non coperti dal diritto di copyright, per esempio distribuzioni linux o patch e plugin per i videogiochi online.

Usare al meglio Bit Torrent con µTorrent

Attualmente µTorrent (leggi micro Torrent) è il miglior client torrent perché unisce ottime funzionalità ad un'interfaccia semplice e intuitiva e ad un'utilizzo di risorse irrisorio.
Le guide: Ecco come, nello stesso sito del produttore, troviamo molte guide utili. Troviamo anche dei video che illustrano i procedimenti in modo molto chiaro.
Configurare uTorrent: Consiglio a tutti di seguire questa guida, veramente dettagliata e completa, per trovare le impostazioni migliori e poter usare al meglio il protocollo Bit Torrent.

Il futuro: Tribler

Dopo gli scandali che hanno coinvolto molti siti come Megaupload e Pirate Bay il client Bit Torrent Tribler rappresenta una possibile strada per risolvere questi problemi. Per evitare di usare la rete web, e quindi server che possono essere rintracciati, per la distribuzione degli indici di ogni file si è cercato di integrare un sistema di ricerca nello stesso client Bit Torrent.
Il metodo è studiato per analizzare i client vicini tra loro, quindi quelli che possono interagire con miglior efficacia, per trovare i files e organizzarli in "canali" tematici.
Ogni utente della rete è coinvolto in modo simile a quanto avviene nei social network, può designare le sue amicizie e consigliare agli altri i files migliori o quelli più interessanti.

Il sistema è molto ingegnoso e offre ottime potenzialità, tuttavia ora non è molto diffuso in Italia e permette quasi solo di reperire files in inglese o dal contenuto erotico.


Arrivederci al prossimo aggiornamento, vi informerò presto degli sviluppi e delle novità di Tribler!


Importante! In questo articolo ho parlato dei diversi metodi apparsi sul web che permettono di scambiare files con altri utenti, ho discusso dei punti di forza e dei difetti di ognuno e ho analizzato come si sono raggiunti gli standard attuali.
Ricordo in questo ultimo punto che la condivisione di files attraverso il web è assolutamente legale, tuttavia non è possibile (è perseguibile penalmente) condividere files su cui vale il diritto d'autore. Questa guida ha solo lo scopo informativo di studiare il fenomeno in questione ma non vuole fare propaganda alla condivisione di musica, video o quant'altro protetto da copyright.

Fonti: alcuni dei link inseriti nel testo

giovedì 12 aprile 2012

Voglio diventare ricco come un cantante.. non è facile però.

Quanti vorrebbero essere ricchi come le persone famose, magari come il proprio cantante preferito o la band del cuore. Da dove vengono tutti i soldi che hanno guadagnato?

Il mercato della musica prima

Quando non avevamo ancora i mezzi tecnologici di oggi un cantante di successo poteva sperare di vendere quasi una copia della sua ultima canzone per ogni fan, prendiamo come esempio l'artista che ha avuto maggior successo della storia, Michael Jackson: si è stimato che abbia venduto 800 milioni di dischi ( 800'000'000 !!! ). Il guadagno per ogni vendita non era sicuramente infinitesimo, il risultato è una valanga di soldi.
Questo perché l'unico modo di avere musica era comprarla su dischi o nastri, venduti in negozi ad un prezzo discretamente alto.

Oggi cosa succede?

Oggi la situazione non è la stessa, quanto incassa un musicista vendendo le sue canzoni?
Possiamo leggere sulla tabella a fianco come il guadagno per ogni copia venduta è diminuito drasticamente: per ogni fonte di guadagno viene evidenziato il numero di acquisti necessari a far guadagnare 1160$ (inteso come il salario mensile minimo) all'artista. Salta subito agli occhi come nonostante siano sufficienti abbastanza pochi CD per raggiungere la quota, siano necessari molte più vendite di brani su iTunes. Però è necessario un numero esagerato di visite per le voci relative allo streaming: forse neanche Michael Jackson sarebbe riuscito a campare solo di questo. Non parliamo poi del fatto che solo una piccola parte delle canzoni viene venduta, per ogni acquisto il brano viene diffuso ad una massa di utenti per vie illegali.

Come guadagna un musicista?

Ecco qui: la Rivoluzione Digitale ha rovesciato anche il commercio della musica. Il mercato attuale non si basa più sulla vendita della canzone fine a se stessa, la figura del musicista è diventata qualcos'altro.
Chi fa musica spesso diffonde le proprie canzoni senza badare troppo al prezzo o allo scambio illegale, che non gli frutta denaro, lo fa quasi solo per pubblicità, per propagandare la propria figura e il proprio ruolo. Il guadagno arriverà in un secondo momento, quando la massa di fan cresciuta sul web visiterà una certa pagina (cosparsa di annunci pubblicitari sponsorizzati), comprerà magliette-cappellini-gadget del proprio idolo, si accalcherà ai concerti o ai party in discoteca pagando salatissimi biglietti d'ingresso.
Per avere un idea: oggi due dei dj più ascoltati, il francese Bob Sinclair e l'olandese Tiesto, guadagnano rispettivamente circa 20000 e 35\40000 Euro a serata (da quanto trapela dalle indiscrezioni).

In questo modo vediamo come è possibile, una volta metabolizzati i cambiamenti introdotti dal digitale, reagire di conseguenza per sfruttare i nuovi canali aperti.

martedì 3 aprile 2012

Mille modi per condividere files.. e musica - Begins




La rete Internet ha permesso a tutti noi di condividere files.. e quindi anche (o forse soprattutto) musica. Come funzionano i protocolli e i programmi progettati per fare questo? Ma soprattutto, quali sono quelli che fino ad oggi sono stati sviluppati per funzionare meglio?
Questo è il primo di una breve rassegna di articoli con cui proverò a chiarire queste domande.

Cos'è il peer-to-peer?

Tutti sappiamo che per scaricare si usa eMule che è un client peer-to-peer, ma cosa significa? Partiamo dall'inizio.
Il modo più intuitivo per condividere un insieme di files è archiviarli tutti in un computer (server), a cui tutti (i client) possono accedere. Questo metodo è detto client-server ed è uno dei pilastri su cui si basa la rete (lo usiamo tutte le volte che scarichiamo una pagina web) ma non è l'ideale per i nostri scopi. Per condividere files bisogna che tutti possano trasmettere a tutti e ricevere da tutti.
Il metodo peer-to-peer (da pari a pari) si basa su una rete di client e nessun (o quasi) server:
  • permette a tutti di uploadare i propri files; 
  • è più veloce perché lo stesso files non deve essere downloadato da un solo nodo, può essere disponibile contemporaneamente in molti client; 
  • è più robusta perché non c'è un server centrale che può andare in panne; 
  • è economica perché non è necessario un server centrale potente e costoso. 

Gli esordi: Napster

Il file sharing nasce nel 1999 grazie al lavoro di un informatico, Shawn Fanning, e un imprenditore, Sean Parker, che insieme hanno creato Napster (come il nickname del suo programmatore, Shawn Fanning). Questo programma si basa su dei server centrali, su cui sono tabulati i files disponibili e gli utenti connessi che li posseggono e possono inviarli. Anche se sono presenti i server può comunque essere considerato peer-to-peer in quanto lo scambio vero e proprio avviene tra pari.
Troppo bello per essere vero, l'attività viene presto messa sotto processo e nel 2001 chiude per ripetuta violazione di copyright. E` proprio il server centrale il punto debole di tutte le reti di questo tipo, essendo fisicamente da qualche parte è possibile perseguire legalmente i suoi gestori. Una volta eliminato questo la rete non può più esistere.

Una rete peer-to-peer pura: GNUtella

Per ovviare ai problemi di Napster si pensa ad una rete serverless, gestita interamente dai client. Nel 2000 Nasce GNUtella (il cui nome non ha nulla a che vedere con il progetto GNU, ma sembra essere ispirata alla nota crema al gusto gianduia).
Questa nuova struttura permette di creare una rete robusta e stabile, che garantisce sempre una discreta disponibilità di banda per ogni client. Invece non è così semplice la ricerca dei files: manca un archivio centrale e la richiesta di un file deve essere trasmessa da un nodo all'altro, con un notevole spreco di potenza di calcolo e soprattutto banda passante.

GNUtella viene migliorato: FastTrack

Nel 2003 è stata sviluppato un nuovo protocollo per rimediare a questi difetti: FastTrack. Oltre ad alcuni miglioramenti minori, quali la possibilità di interrompere e riprendere un download o ricevere simultaneamente segmenti dello stesso files da client diversi, sviluppa il concetto di "supernodo" (già presente in GNUtella).
Tra tutti i client connessi alla rete quelli con maggior disponibilità di banda diventano automaticamente "supernodi", aiutano i client più lenti fornendo un indice dei files e una mappa della rete più agevolmente.

Il file sharing diventa un fenomeno gigante: eDonkey

Più tardi viene introdotta la rete eDonkey, che nel 2004 supera FastTrack come numero di utenti e presto diventa la più utilizzata rete di condivisione file in Internet. Si stima che a metà del 2005 la rete fosse composta da un numero di utenti variabile tra due e tre milioni che condividevano tra i 500 milioni e i due miliardi di file, con un numero di server variabile tra 100 e 200.
Questa rete si basa sul peer-to-peer ma si appoggia necessariamente su dei server centrali, presenta dei tratti distintivi innovativi come:
  • L'uso della funzione hash di tipo MD4, impiegata per calcolare un identificatore univoco, il checksum, caratteristico di ogni file condiviso. Questa operazione è indipendente dal nome dei files archiviati sui diversi computer, permette di raccogliere tutti i files identici per contenuto. 
  • La possibilità di condividere le parti già scaricate prima di aver terminato il download, particolare fondamentale per aumentare la velocità di distribuzione di files molto grandi. 
  • L'identificazione univoca e permanente degli utenti. 
  • La disponibilità sulla rete alcuni siti web contenenti grandi liste di checksum dei file condivisi, o di liste aggiornate dei server attivi. Per accedere a queste importanti risorse, che permettono di diminuire il tempo e la complessità della ricerca, si fa uso dei link ed2k
  • La presenza di una coda di attesa in ogni client, che gestisce le richieste di download da parte degli altri. La velocità con la quale si riesce a scalare la lista per riuscire poi a scaricare dipende anche dai propri "meriti" di buon uploader. 

Con la rete eDonkey si è ritornati a dipendere dai server: Kademlia

Kademlia è il miglior alleato della rete eDonkey, carente sull'aspetto della ricerca di files a causa dell'uso dei server centrali. Grazie a Kademlia la rete eDonkey è diventata molto potente, tanto che ognuno di noi ha usato spesso il programma eMule e fino a poco tempo fa era possibile reperire in questo modo ogni tipo di risorsa.
Questo protocollo sfrutta le tabelle di checksum ottenute con la crittografia MD4 ma le distribuisce su ogni client per massimizzare la velocità di ricerca files. Ogni client conosce le risorse presenti sui nodi vicini e può calcolare la loro distanza (relativa al numero di host intermedi), ma la sua conoscenza della rete degrada allontanandosi. Per questo è immediata la ricerca su host vicini (già tabulati localmente) ma è anche molto veloce la sequenza di passaggi necessari a trovare un files su host più lontani.

Ma oggi la situazione non è più questa, sono stati fatti molti progressi.
To be continued... ecco il link alla seconda parte: Mille modi per condividere files.. e musica - Oggi


Importante! In questo articolo ho parlato dei diversi metodi apparsi sul web che permettono di scambiare files con altri utenti, ho discusso dei punti di forza e dei difetti di ognuno e ho analizzato come si sono raggiunti gli standard attuali.
Ricordo in questo ultimo punto che la condivisione di files attraverso il web è assolutamente legale, tuttavia non è possibile (è perseguibile penalmente) condividere files su cui vale il diritto d'autore. Questa guida ha solo lo scopo informativo di studiare il fenomeno in questione ma non vuole fare propaganda alla condivisione di musica, video o quant'altro protetto da copyright.


Fonti: File sharing (wikipedia) oltre che ai link inseriti nel testo

domenica 1 aprile 2012

La musica dopo il digitale

L'arrivo del digitale rivoluzionò molti aspetti della vita quotidiana e la musica non ne fu esclusa. Dagli strumenti ai generi, dai suoi supporti al suo mercato, ogni suo aspetto venne digitalizzato.

Il digitale portò alla creazione di generi musicali che sostituirono completamente gli strumenti musicali con il computer: non più note e accordi ma semplicemente "suoni" che, ordinati in determinate sequenze dal computer, danno vita alla base musicale di generi come il pop, il rap, la techno e molti altri.


Il digitale con la musica ebbe lo stesso effetto dell'invenzione della stampa con i libri. In un primo tempo radio, televisione e dischi in vinile consentivano alla musica una buona diffusione. Ora con compact disk, lettori mp3, un computer e Internet si può accedere alla musica in qualunque momento vogliamo e dove vogliamo. In pochi minuti è possibile cercare in rete una canzone, ascoltarla, scaricarla e caricarla sul nostro lettore mp3 e risentirla infinite volte.

Il mercato della musica venne stravolto più da Internet che da i computer. Prima il successo di un'artista veniva associato al numero di dischi venduti, ma grazie ai programmi di condivisione dei file come Napster, eMule, Torrent e numerosi altri, si preferisce scaricare gratuitamente (ma non proprio legalmente) i file musicali piuttosto che acquistarli, portando al  fallimento numerosi negozi di dischi.

Questo tuttavia non ha portato alla completa estinzione della musica riprodotta su cd. Infatti, benché siano ormai difficili da trovare i piccoli negozi che si occupano solo di musica, i cd sono ancora resi disponibili dalle grandi case discografiche. Da questo fatto nasce un'interessante domanda: cosa spinge ancora la gente a comprare i cd quando ormai è tutto disponibile gratuitamente sul web?








                                                                                                             Marco Maccario