sabato 31 marzo 2012

Dalle origini...

La musica esiste da tempi molto antichi (forse già nel paleolitico gli uomini primitivi facevano uso di utensili per produrre suoni!) e nell'antica Grecia prese forma un sistema teorico di organizzazione dei suoni. I primi strumenti musicali furono quasi certamente a percussione, come tamburi o bonghi, seguiti da strumenti a fiato, ad esempio corni e flauti, o a corda, come la cetra, la lira e l'arpa, e si hanno testimonianze di uno strumento egizio, il sistro, che era una sorta di sonaglio.


Nell'antichità la musica aveva un ruolo importante in quanto celebrava i riti sacri e accompagnava la danza nelle cerimonie e nelle feste, e forniva in più un magico sottofondo per le poesie. I cosiddetti aedi erano dei cantori che declamavano storie e racconti epici e tramandavano la musica oralmente alle generazioni successive. Ovviamente, col passare del tempo, venivano a crearsi e confondersi versioni diverse delle stesse leggende, e forse per questo la musica si adattò a una nuova forma di racconto, il teatro (e in particolare il riferimento va ai cori della tragedia), che costituiva un nuovo tipo di spettacolo.

Nei secoli a venire la musica subì molte evoluzioni, proliferò in una più ampia varietà di generi (dal coro al canto monodico e in seguito alla polifonia) ma conobbe una vera e propria svolta agli inizi del Cinquecento, con la nascita dell'editoria musicale, permessa dall'invenzione della stampa a caratteri mobili di Johann Gutenberg nel 1455. La diffusione su scala piuttosto larga di carta stampata rese possibile una maggiore diffusione degli spartiti musicali e, conseguentemente, anche un maggior scambio culturale tra gli ambienti umanistici dell'epoca in tutta Europa. Seguirono nel Seicento e nel Settecento nuovi sviluppi grazie a musicisti di alto livello come J.S.Bach e W.A.Mozart, pietre miliari per le generazioni future. Infatti nell'Ottocento si affermarono altri grandi autori come L. van Beethoven, J.Brahms, Schubert, Schumann, Chopin, e anche gli italiani Paganini, Rossini, Donizzetti, Verdi, Puccini, ecc.


La radio di MarconiNel Novecento alcune grandi personalità come Igor Stravinsky si dedicarono alla scoperta di nuovi codici linguistici su cui basare la composizione musicale, e si giunse, agli inizi del XX secolo, a un punto di non ritorno della musica occidentale, ormai profondamente trasformata. Nasce la musica popolare, che ha la fortuna di conoscere ben presto nuovi mezzi di comunicazione: importanti invenzioni novecentesche sono la radio, il fonografo (con i quali cambiano i tempi e il modo di ascoltare la musica), e soprattutto, almeno per quanto riguarda il mondo della musica, l'altoparlante e l'amplificazione audio, che rendono possibile un accostamento di strumenti diversi come il pianoforte, la chitarra e la batteria, che altrimenti si coprirebbero a vicenda. L'allargamento del pubblico da un lato abbassa il livello culturale, ma dall'altro incentiva genio e creatività, favorisce la nascita di tanti, nuovi generi come il jazz, il blues, il rock'n'roll, la musica soul, pop, funky, metal, fusion che poi si amplieranno in una vasta gamma di sottogeneri. In poche parole, "A ciascuno il suo".


Fonti: Wikipedia (Storia della musica)
Valerio Marcucci

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