domenica 1 aprile 2012

La musica dopo il digitale

L'arrivo del digitale rivoluzionò molti aspetti della vita quotidiana e la musica non ne fu esclusa. Dagli strumenti ai generi, dai suoi supporti al suo mercato, ogni suo aspetto venne digitalizzato.

Il digitale portò alla creazione di generi musicali che sostituirono completamente gli strumenti musicali con il computer: non più note e accordi ma semplicemente "suoni" che, ordinati in determinate sequenze dal computer, danno vita alla base musicale di generi come il pop, il rap, la techno e molti altri.


Il digitale con la musica ebbe lo stesso effetto dell'invenzione della stampa con i libri. In un primo tempo radio, televisione e dischi in vinile consentivano alla musica una buona diffusione. Ora con compact disk, lettori mp3, un computer e Internet si può accedere alla musica in qualunque momento vogliamo e dove vogliamo. In pochi minuti è possibile cercare in rete una canzone, ascoltarla, scaricarla e caricarla sul nostro lettore mp3 e risentirla infinite volte.

Il mercato della musica venne stravolto più da Internet che da i computer. Prima il successo di un'artista veniva associato al numero di dischi venduti, ma grazie ai programmi di condivisione dei file come Napster, eMule, Torrent e numerosi altri, si preferisce scaricare gratuitamente (ma non proprio legalmente) i file musicali piuttosto che acquistarli, portando al  fallimento numerosi negozi di dischi.

Questo tuttavia non ha portato alla completa estinzione della musica riprodotta su cd. Infatti, benché siano ormai difficili da trovare i piccoli negozi che si occupano solo di musica, i cd sono ancora resi disponibili dalle grandi case discografiche. Da questo fatto nasce un'interessante domanda: cosa spinge ancora la gente a comprare i cd quando ormai è tutto disponibile gratuitamente sul web?








                                                                                                             Marco Maccario

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